“Una valchiria post-punk invecchiata ed emaciata, con un arpione più alto di lei in mano: mostrava i denti in un sorriso ubriaco e aveva gli occhi iniettati di sangue perché aveva preso un paio di pasticche per il disturbo da deficit di attenzione di un adolescente sfigato.” Questa è Cassandra Neary, la protagonista di Non credere ai tuoi occhi di Elizabeth Hand, una fotografa sulla cinquantina, che non muove un passo senza la sua fedele bottiglia di Jack Daniels. Dopo aver avuto i suoi “quindici minuti di celebrità” nella New York punk e allucinata degli anni ’80 con un libro di fotografie intitolato Ragazze morte, si lascia trascinare dalla vita, fra un lavoro insoddisfacente in un magazzino di libri e una relazione destinata a finire male, molto male. Come un deus ex machina arriva la proposta del suo conoscente Phil Cohen: andare in un’isoletta sperduta nel Maine ad intervistare Aphrodite Kamestos, una misteriosa fotografa di culto che, dopo aver avuto successo e accoliti negli anni ’70, ha smesso di fotografare (come Cass) e si è ritirata a vita privata, con la sola compagnia di due cani e qualche bottiglia di alcolici. Cass sbarca in un Maine freddo, desolato, popolato da personaggi strani, un luogo dove giovani ragazzi e ragazze scompaiono misteriosamente e niente e nessuno sembra essere ciò che sembra. Come avverte il titolo italiano del libro (l’originale è Generation loss): non credere ai tuoi occhi, perché niente è come sembra. Il nostro sguardo trasforma tutto ciò su cui si posa: è la frase cha fa da leit-motiv al romanzo e tutto, in questo libro, sembra trasformarsi sotto i nostri occhi e sotto gli occhi stravolti di Cass. Niente è come sembra, nemmeno la morte, che viene catturata, nascosta, reiterata all’infinito, trasmutata sulle superfici manipolate dell’immagine fotografica. Come può una fotografia, uno dei massimi simboli della realtà immobile, catturata nell’istante, prendere quasi vita, animare, trasformare la realtà?
Fra fotografie avanguardistiche fino a toccare il macabro e il folle, fra guru impazziti e artisti scoppiati, fra un sorso di Jack Daniels e una pasticca di amfetamina, Cass compirà il suo viaggio negli inferi, con lo sfondo di un paesaggio che sembra quasi ultraterreno, ingoiato dall’ombra, dal cielo grigio e dall’Oceano ribelle, arrivando a svelare un mistero atroce. In un crescendo di misteri, di sofferenza, di orrori, attraverso una scrittura precisa, tagliente e assolutamente coinvolgente, attraverso descrizioni che con poche semplici parole ti fanno vedere davanti agli occhi il paesaggio roccioso di quell’isola maledetta, “Non credere ai tuoi occhi” è un libro appassionante, che lascia col fiato sospeso, uno di quei libri che non riesci ad abbandonare, che devi leggere voracemente, senza sosta, uno di quei libri che vorresti non finissero mai.
Elizabeth Hand, Non credere ai tuoi occhi
Fra fotografie avanguardistiche fino a toccare il macabro e il folle, fra guru impazziti e artisti scoppiati, fra un sorso di Jack Daniels e una pasticca di amfetamina, Cass compirà il suo viaggio negli inferi, con lo sfondo di un paesaggio che sembra quasi ultraterreno, ingoiato dall’ombra, dal cielo grigio e dall’Oceano ribelle, arrivando a svelare un mistero atroce. In un crescendo di misteri, di sofferenza, di orrori, attraverso una scrittura precisa, tagliente e assolutamente coinvolgente, attraverso descrizioni che con poche semplici parole ti fanno vedere davanti agli occhi il paesaggio roccioso di quell’isola maledetta, “Non credere ai tuoi occhi” è un libro appassionante, che lascia col fiato sospeso, uno di quei libri che non riesci ad abbandonare, che devi leggere voracemente, senza sosta, uno di quei libri che vorresti non finissero mai.
Elizabeth Hand, Non credere ai tuoi occhi
traduzione di Clara Nubile
Elliot, 2008
pp. 391, euro 19,50