A distanza di quarant’anni esatti l’uno dall’altro, Einaudi pubblica due libri con lo stesso titolo. Il primo è Vizio di forma di Primo Levi, una raccolta di racconti uscita nel 1971 nella collana dei “Coralli”. Il secondo è Vizio di forma di Thomas Pynchon, pubblicato in “Stile libero” nel 2011 e sul cui titolo sono state espresse alcune perplessità traduttologiche (il titolo originale è Inherent Vice).
I titoli dei libri non sono infiniti.
Quanto a perplessità traduttologiche, sempre riguardanti Pynchon, ci sarebbe anche "Against the Day" tradotto come "Contro il giorno". Fra l'altro il titolo dovrebbe riferirsi a un passo della Seconda Lettera di Pietro (3:7), "the heavens and the earth ... [are] reserved unto fire against the day of judgment and perdition of ungodly men", che giustamente in italiano viene tradotto "i cieli e la terra... [sono] riservati al fuoco *per* il giorno del giudizio e della rovina degli empi."
A me ha colpito come un pugno in un occhio, ma non mi sembra che altri lo abbiano notato...
Io, da brava non anglista, non l'avevo notato! ;)
Comunque tu come lo tradurresti "Inherent Vice"?
Mah, ti dirò che a me invece "Vizio di forma" non dispiace. Certo non si poteva tradurlo alla lettera con l'espressione del linguaggio giuridico "vizio inerente": era troppo brutto.
Sì in effetti sarebbe stato veramente brutto. Invece "Vizio di forma" suona proprio bene... A proposito: l'hai letto?
Confesso: no. Dopo aver letto "The Crying of Lot 49" ho deciso che io e Pynchon non eravamo compatibili.
Accidenti, "The Crying of Lot 49" è uno dei libri che tengo in libreria in attesa di essere letto, speriamo bene... ;)
Mi farai sapere... :-)
Sono entrambe molto anni 80. Una pre e una post.