Il giovane Holden degli anni 2000 (0 anni zero? o come si dice?) è un diciottenne gay sociopatico e disadattato che ha paura di confrontarsi con i suoi coetanei (e come dargli torto?) e preferisce rifugiarsi nella casa antica e arredata finemente della comprensiva nonna Nanette, una donna che si mette il rossetto anche se sa di non dover uscire di casa e non dover vedere nessuno. Il ragazzo in questione è James Sveck, il protagonista e io narrante di Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron (Adelphi, 2007), un romanzo che racconta una storia banale e ha un inizio e una fine molto banali. I genitori separati, la madre svampita che si risposa con un uomo disastroso, la sorella acida ma infondo amorosa, New York che è molto bella e molto grande, le Torri che sono cadute: non sono cose viste e sentite centinaia di volte?
Eppure, in mezzo a tutte queste banalità c’è qualcosa. Ci sono delle riflessioni non scontate e assolutamente condivisibili, espresse con una lingua pulita e precisa. Ci sono un paio di situazioni che ti strappano un sorriso amaro perché sai che ti ci potresti trovare (o essere trovato) anche tu. Quel senso di inadeguatezza a qualsiasi cosa che accompagna molti nell’adolescenza, e anche oltre. Il bisogno del silenzio. La voglia di essere diversi che nasconde la presunta incapacità di essere uguali. La paura di essere ciò che si vuole. Basta questo perché valga la pena di leggere il libro? Forse sì.
L'edizione economica ha una bellissima copertina grigia, colore piuttosto insolito per gli Adelphi. L'immagine di copertina è una foto di Peter Frank che non ha assolutamente niente a che vedere con il libro ma ha qualcosa di magnetico.
Il titolo del libro è bellissimo.
Peter Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile
titolo originale Someday this pain will be useful to you
traduzione di Giuseppina Oneto
traduzione di Giuseppina Oneto
prima edizione Adelphi, 2007
edizione economica Gli Adelphi, 2010
206 pagine, euro 10
206 pagine, euro 10