Cominciò con un numero sbagliato, tre squilli di telefono nel cuore della notte e la voce all'apparecchio che chiedeva di qualcuno che non era lui. Molto tempo dopo, quando fu in grado di pensare a ciò che gli era accaduto, avrebbe concluso che nulla era reale tranne il caso. Ma questo fu molto tempo dopo. All'inizio, non c'erano che il fatto e le sue conseguenze. La questione non è se si sarebbero potuti sviluppare altrimenti o se invece tutto fosse già stabilito a partire dalla prima parola detta dallo sconosciuto. La questione è la storia in sé: che abbia significato o meno, non spetta alla storia spiegarlo.
Paul Auster, Città di vetro (in Trilogia di New York)
Ciao grazie per la visita e per il commento ....comunque no, l'ultimo di Auster non l'ho letto...spero di farlo presto...ma prima ho da leggere Leviatano e La Musica del caso...quello che riporti nel post invece l'ho letto e mi è piaciuto tantissimo, affascinante e pieno di idee...
A presto
Fra
Ciao Fra,
l'ultimo non l'ho letto nemmeno io. "Leviatano" è bellissimo, forse il migliore fra tutti quelli che ho letto di Auster.
A presto! :)