Io e te è un libro carino. Un libro scritto bene, delicato, piacevole, che si legge bene e in poco tempo. Un libro con cui passare un piovoso pomeriggio di novembre, rintanati dentro casa. L'ho letto tutto d'un fiato, mi ha preso, tutto sommato mi è piaciuto. La fine non era nemmeno (troppo) scontata. Poi però, richiuso il libro, ho ripensato all'autore e ho un po' cambiato il mio punto di vista. Io e te è l'ultimo libro di Niccolò Ammaniti (romanzo? no, troppo breve. racconto? no, troppo lungo. Ma allora cos'è? un libro, manteniamoci sul generico). Non ho letto i suoi ultimi due romanzi, ma da Branchie (un piccolo culto per la mia generazione) a Io non ho paura, Ammaniti ha scritto libri belli, nuovi, scritti bene e soprattutto, a mio parere, è cresciuto, ha avuto un'evoluzione letteraria, passando dalle storie assurde e grottesche del primo romanzo e dei racconti (che gli hanno valso l'epiteto pulp) a una scrittura e delle tematiche molto più mature, come nel caso di Ti prendo e ti porto via e Io non ho paura. Fino alla coronazione del suo percorso letterario con la vittoria del premio Strega per Come Dio comandaIo e te, un libro esile che non aggiunge granché alla letteratura italiana e non lascia alcun segno nel lettore. Sì, l'adolescenza, la crescita e tutte le difficoltà che comporta: ma quanti libri abbiamo già letto su questo argomento? E quanti di questi libri erano migliori di Io e te? (che comunque non ha avuto critiche molto positive). Alla luce di questo percorso, mi chiedo cosa significhi un libro come
Io e te è un libro che se fosse stato l'esordio di un ventenne sarebbe potuto essere sicuramente degno di nota ma, essendo stato scritto da uno degli autori italiani più letti degli ultimi anni (inserito addirittura nei programmi scolastici!), ci fa riflettere con una punta di amarezza sullo stato letteratura italiana contemporanea.
Niccolò Ammaniti
Io e te
Einaudi Stile Libero Big
116 pagine, 10 euro