Archive for marzo 2011

I FantaMeridiani





Un’ennesima genialata del Deboscio

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L'inettitudine dei NumeriPrimi°

Io certe cose del vasto e misterioso mondo dell’editoria ancora non le capisco. Ad esempio i NumeriPrimi°. No, non sto parlando di La solitudine dei numeri primi. Sto parlando di una nuova iniziativa editoriale che vede protagoniste le case editrici appartenenti al gruppo Mondadori, ovvero l’ammiraglia, Einaudi, Frassinelli, Piemme, Sperling&Kupfer.
Oggi sono andata in libreria (una pessima Mondadori) e ho trovato in bella vista grossi titoli di queste case editrici sotto le sembianze di strani tascabili ibridi. Libri brutti, sciatti, fatti male. I classici tascabili supereconomici alla Mondadori, ma neanche tanto economici (c’erano punte di 15 euro). Le immagini di copertina rubate alle edizioni originali. Il formato scialbo e insignificante. Il retro scopiazzato dalla ultima versione (quella un po’ rileccata) degli Oscar.
I NumeriPrimi° sono una collana nella quale confluiscono titoli di successo di queste cinque case editrici che vengono pubblicati in edizione economica a circa un anno dalla prima edizione. Le uscite previste sono circa 30-40 all’anno e i titoli, dopo un anno e mezzo di militanza in questa nuova collana, torneranno all’editore di provenienza. Le prime uscite, nelle librerie dal 25 marzo, sono:

John Grisham Ritorno a Ford County
Anne Holt La porta chiusa
Paolo Brosio A un passo dal baratro
Madeleine Wickham La compagna di scuola
Nicholas Sparks L’ultima canzone
Fabio Volo Il tempo che vorrei
Giancarlo De Cataldo Romanzo criminale
Dan Brown Il simbolo perduto
Mauro Corona Il canto delle manere
Fred Vargas Prima di morire addio
Clarissa Pinkola Estés Donne che corrono coi lupi
Alessandro D’Avenia Bianca come il latte, rossa come il sangue
Niccolò Ammaniti Che la festa cominci

L’operazione commerciale vede la collaborazione tra Mondadori e RobilantAssociati, una società di consulenza alle imprese che si occupa soprattutto di brand design e strategie di marca. Sul nome ovviamente c’è poco da dire: i numeri primi hanno portato bene già una volta a Mondadori, perché non tentare ancora la fortuna? Perché i titoli, invece di confluire in una collana a sé stante, non possano semplicemente inserirsi nelle collane di tascabili delle proprie case editrici è una questione che evidentemente i markettari di RobilanAssociati avranno a lungo studiato.
L’operazione ricorda quella di BEAT, che sta per Biblioteca degli editori associati di tascabili, ovvero la sigla sotto la quale escono in versione economica alcuni tra i titoli di maggior successo delle case editrici Neri Pozza, minimum fax e La nuova frontiera. Unione che ha più senso considerate le dimensioni delle case editrici che partecipano alla iniziativa. I prezzi di questi tascabili sono inoltre veramente economici, aggirandosi tra i 7 e i 9 euro, e i titoli sono sicuramente di maggiore qualità rispetto a quelli proposti dai NumeriPrimi° (troviamo ad esempio Cattedrale di Carver o E poi siamo arrivati alla fine di Joshua Ferris).

NumeriPrimi° si configura insomma come l’ennesima trovata commerciale di Mondadori, a cui non basta vendere i ravioli di Giovanni Rana nelle proprie librerie, a cui non basta controllare una fetta enorme del mercato librario italiano. A cui pare non bastare mai nulla.

Due titoli Einaudi della collana NumeriPrimi°

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Natalia Ginzburg e la traduzione (di Proust)

Mi fai tornare in mente un episodio che vede protagonista Natalia Ginzburg, in veste di traduttrice repressa dalla casa editrice Einaudi.

È un esempio pertinente. Ma lo racconta Natalia stessa, in una postfazione al volume STS1 che contiene la sua antica versione della Strada di Swann di Proust, che aveva inaugurato la nostra edizione della Recherche, in seguito ripubblicata negli Struzzi, con una revisione condotta sulla nuova edizione critica francese. La curatrice della revisione si era permessa degli interventi, senza avvertire Natalia. Lei allora si indigna e nell’edizione Sts ripristina il suo antico testo, avvertendone il lettore, spiegando tutto. Leggiamo anche noi: «Nell’entusiasmo gridai brandendo l’ombrello chiuso: zut zut zut», dice la traduzione di Natalia. E i revisori al posto di quel « zut zut zut» hanno corretto «Nespole!» Perché?, si chiede Natalia. «Questa mia traduzione, se devo giudicarla oggi, la giudico una traduzione difettosa ma appassionata. Penso che i revisori, quando una traduzione è difettosa ma appassionata, se ne dovrebbero accorgere, correggere gli sbagli ma sottoporre al traduttore le correzioni. Se non lo fanno, maneggiano qualcosa che non dovrebbe essere maneggiato senza consenso. Oggi, questa mia traduzione esce così com’era nel ’46: con qualche rara correzione dei revisori, che ho accettato, e qualche rara correzione mia. […] Nel ’37, Leone Ginzburg e Giulio Einaudi mi proposero di tradurre À la recherche du temps perdu. Accettai. Era folle propormelo e folle fu da parte mia accettare. Fu anche, da parte mia, un atto di estrema superbia. Avevo vent’anni. […] Imparai allora che cosa significa tradurre: quel lavoro di formica e di cavallo che è una traduzione. Quel lavoro che deve combinare la minuziosità della formica e l’impeto del cavallo» Leone continuò a darle consigli, poi non ebbe più tempo. Ci fu la guerra, Natalia perse a Pizzoli la traduzione, la ritrovò a guerra finita. «Per tradurre quei due volumi, ci avevo messo otto anni».

1. Acronimo che sta per Scrittori Tradotti da Scrittori, celebre collana di Einaudi.

tratto da Severino Cesari, Colloquio con Giulio Einaudi, Torino, 2007  

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FacciaLibro – Philip Roth



Mi era così profondamente radicata nella coscienza, che penso di aver creduto per tutto il primo anno scolastico che ognuna delle mie insegnanti fosse mia madre travestita. Come suonava la campanella dell'ultima ora, mi precipitavo fuori di corsa chiedendomi se ce l'avrei fatta ad arrivare a casa prima che riuscisse a trasformarsi di nuovo. Al mio arrivo lei era già regolarmente in cucina, intenta a prepararmi latte e biscotti. Invece di spingermi a lasciar perdere le mie fantasie, il fenomeno non faceva che aumentare il mio rispetto per i suoi poteri. Ed era sempre un sollievo non averla sorpresa nell'atto dell'incarnazione, anche se non smettevo mai di provarci; sapevo che mio padre e mia sorella ignoravano la vera natura di mia madre, e il peso del tradimento, che immaginavo avrei dovuto affrontare se l'avessi colta sul fatto, era più di quanto intendessi sopportare all'età di cinque anni. Credo addirittura di aver temuto che, qualora l'avessi vista rientrare in volo da scuola attraverso la finestra della camera o materializzarsi nel grembiule, membro dopo membro, da uno stato d'invisibilità, avrei dovuto per questo morire.
Philip Roth, Lamento di Portnoy

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"Non lasciarmi" - Kazuo Ishiguro


Non lasciarmi è un romanzo di Kazuo Ishiguro da cui è stato tratto un film che uscirà in Italia il 25 marzo. Non lasciarmi è la storia di un gruppo di bambini – poi adolescenti, poi adulti – che crescono nel misterioso collegio Hailsham e, fin da piccoli, sanno di non essere destinati a una vita normale ma a qualcosa di speciale. In collegio vengono seguiti da dei tutori che li incoraggiano particolarmente a esprimere la loro creatività attraverso il disegno, la scultura, la poesia. Periodicamente, un’inquietante e silenziosa donna, Madame, arriva in collegio per vedere i loro lavori migliori e ne porta via con sé alcuni, per inserirli nella sua personale “Galleria”. Piano piano i bambini crescono e apprendono in maniera frammentaria quello che sarà il loro futuro: saranno infatti dei “donatori”. Ma cosa significa questa parola? E cosa ne sarà di loro? Nel libro seguiamo la crescita di tre di questi bambini: Kathy (la naratrice), Tommy e Ruth, la loro amicizia, il loro amore, i loro litigi, il loro perdersi e poi ritrovarsi. È difficile parlare di questo libro senza svelare particolari della trama che non vanno assolutamente svelati. Si può forse soltanto parlare dell’atmosfera di questo romanzo, che se all’inizio sembra quasi un horror sui generis o un romanzo distopico (un misto tra Henry James e Philip Dick), poi si trasforma in una triste elegia della vita e della gioventù, dei difficili passaggi che segnano la crescita delle persone. Il doloroso processo di presa di coscienza di sé che avviene durante l’adolescenza viene qui narrato attraverso una storia al limite del fantascientifico eppure molto realistica nelle emozioni che suggerisce. Non lasciarmi è un libro pervaso di tristezza che, sullo sfondo di un paesaggio inglese verde, piovoso e ventoso, racconta una struggente storia d’amore e d’amicizia ma anche l'eterna ricerca dell'essere umano  del senso della propria esistenza.


Kazuo Ishiguro 
Non lasciarmi
titolo originale Never let me go
traduzione di Paola Novarese
Einaudi, 2006
296 pagine, euro 17, 50
edizione economica ET, 2007, euro 12


Nota 1: il titolo originale – Never let me go – è entrato dentro di me mentre leggevo questo libro, come una sorta di mantra che continuo a ripetermi. È una frase che ha una musicalità e una poesia che – ovviamente – la traduzione non possiede.


Nota 2: Never let me go è anche il nome di una canzone che la Kathy bambina ascolta continuamente, perdendosi in essa e immaginando una vita che non avrà. È una canzone che Ishiguro ha inventato ma che è stata composta apposta per il film. La potete sentire in questo video: 

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Cover Story: "Never Let Me Go" Kazuo Ishiguro

Copertine giapponesi


Edizioni in lingua inglese

Le copertine francesi

La copertina tedesca...

... e quella polacca: che fantasia!

La copertina ceca sulla quale hanno inserito l'originalissima tagline: "Chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo?"

L'edizione italiana nei Supercoralli Einaudi

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Il mio primo eBook

Ho comprato il mio primo eBook. Un acquisto impulsivo e sciocco, dato che non ho un eBook reader né nessun altro supporto su cui leggere eBook. Come ogni brava consumista che si rispetti mi sono lasciata incantare dagli sconti sul sito di minimum fax e mi sono comprata Nuotare sott’acqua e trattenere il fiato. Consigli a scrittori, lettori, editori di Francis Scott Fitzgerald. E poi mi sono detta: “To’, e adesso dove lo leggo questo bel libriccino?”. Ho quindi scaricato EPUBReader, un plugin per Firefox che permette di leggere eBook direttamente tramite il browser. Ecco il risultato:


Ecco come appare la schermata di Firefox con l’eBook. Non è un gran che. Questa è la copertina e sulla sinistra si trova l’indice. Cliccando sulle parti e i capitoli del libro ci si accede direttamente. Il testo è copiabile e incollabile sul word, cosa utile per eventuali recensioni o scritture a margine. La cosa che mi fa effetto è che mi sembra che questo libro non esista. Certo, se potessi leggerlo su un bel reader, tenerlo in mano, “sfogliarlo”, forse non avrei questa sensazione di inconsistenza, di irrealtà. Qui si apre quindi un dilemma: o è arrivato il momento di comprare un reader oppure devo fare la snob e decidere che non sono ancora pronta per gli eBook… 

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Il libro italiano del decennio


Il libro italiano del decennio… detta così suona un po’ pomposa e minacciosa, invece no, tranquilli. Ma di che si tratta? Partiamo dall’inizio.

Io e Giulio Passerini di Who’s The Reader abbiamo avuto un’idea. È ancora una mezza idea e quindi per ora non ve la sveleremo (vi anticipiamo solo che ci saranno le copertine di mezzo). Però ci vuole il vostro aiuto per realizzarla. E da qui parte il nostro piccolo sondaggio:

Secondo voi qual è il libro italiano che maggiormente ha segnato l’immaginario collettivo  degli ultimi 10 anni?

Rispondete, fate sentire le vostre voci, confrontatevi, litigate se necessario: ci interessa quello che pensate!

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Sette regole per scrivere narrativa - Esther Freud

I buoni consigli non sono mai abbastanza: oggi scopriamo le sette regole per scrivere narrativa di Esther Freud. Scrittrice dall’albero genealogico piuttosto notevole (figlia del pittore Lucian, pronipote di Sigmund), la Freud ha esordito con il romanzo autobiografico Hideous Kinky (da cui è stato tratto l’omonimo film con Kate Winslet). In Italia, è stato tradotto e pubblicato da Voland il suo libro Innamoramenti.

1. Evitate metafore e cose del genere. Nel mio primo libro mi ero ripromessa di non usarne ma me ne è sfuggita una: durante un tramonto nel capitolo 11. Arrossisco ancora ogni volta che la leggo.
2. Le storie hanno bisogno di ritmo. Leggete ad alta voce ciò che scrivete: se non suona bene, manca qualcosa.
3. L’editing è tutto. Tagliate finché non c’è più niente da tagliare. Ciò che rimane spesso funziona.
4. Trovate il momento migliore della giornata per scrivere, e scrivete. Non lasciate che niente vi interrompa. Dopo non ve ne importerà niente se la cucina è un disastro.
5. Non aspettate l’ispirazione. La disciplina è la chiave di tutto.
6. Fidatevi dei lettori. Non tutto deve essere spiegato. Se conoscete davvero una cosa, e riuscite a renderla in maniera viva la farete conoscere anche a loro.
7. Non dimenticate mai che anche le vostre regole sono fatte per essere infrante.  



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